OVERTOURISM
Firenze ha un patrimonio museale, artistico, culturale e monumentale di portata mondiale, non c’è bisogno di ricordarlo. Non a caso, l’intero centro storico è Patrimonio dell’Umanità.
Ma cotanta bellezza ha, in tempi di mercato globale e di sharing economy, pesantissime ripercussioni sul tessuto cittadino. Il turismo mondiale, infatti, cresce senza sosta, e le implicazioni per la nostra città sono molte, per la maggior parte ormai nefaste.
L’effetto Venezia, amplificato da nuovi stimoli di mercato, come ad esempio le piattaforme online di locazione come airbnb o booking, per citarne due – la più famosa qui da noi, e la più presente in città come annunci – sta desertificando il centro storico, con un sempre maggior abbandono della residenza effettiva, la trasformazione sempre più marcata delle attività produttive, che dal supporto alla residenza virano verso i servizi a supporto del turista. Insomma, il parco a tema, FiRenzyLand, la città senza centro, al servizio del turista mordi-e-fuggi. In più, la maggior parte dell’enorme ricchezza generata dai milioni di turisti che annualmente consumano un po’ della nostra città, lascia Firenze per altri lidi: ma non solo la redistribuzione di questa ricchezza è indecorosamente ingiusta, anche il lavoro prodotto da quest’enorme domanda è decisamente inferiore a quelle che potrebbero essere le aspettative. Si tratta di un settore che impiega poche donne, scarsamente specializzato, poco remunerato.
E queste non sono previsioni di Cassandra, non è disfattismo: è la realtà, e il rischio si fa sempre maggiore. Non sorprende che la cosa sia stata intuita anche a livello politico, con il varo del Regolamento Unesco del Comune di Firenze, un provvedimento ahinoi tardivo e di scarso impatto, legato quasi esclusivamente alle attività ricettive, e dunque poco più che un aiutino a limitare una concorrenza sempre più agguerrita per chi si è assicurato un posto all’interno dl fortino.
Credo che sia necessario invertire la tendenza, e farlo subito. Sono necessari poteri straordinari, per farlo, per poter emanare norme assai restrittive che proteggano il centro storico, i suoi residenti, promuovano gli esercizi di vicinato e di supporto alla residenza, aiutino la distribuzione dei flussi turistici, in senso temporale e spaziale, riducano l’enorme pressione globale che insiste sul chilometro quadrato del nostro quadrilatero d’oro. La Firenze che il prossimo Sindaco sarà chiamato ad amministrare non ha 360000 abitanti, ma alcuni milioni, e sul suo centro storico insistono appetiti globali, conditi da una potenza di fuoco, in termini economici, legali e di capacità di lobbying, che soverchia ampiamente le capacità dell’attuale amministrazione.
Se Firenze è splendida, lo deve al formidabile tessuto sociale, culturale ed economico che fu: svuotarla della sua identità oggi, lasciare desertificare il centro storico oggi, significa uccidere la speranza che possa ancora produrre meraviglie in grado di rendere il mondo migliore.
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